Consulente d’immagine: storia e origini di una professione moderna
La consulenza d'immagine è un campo professionale che mira ad aiutare le persone a migliorare il proprio aspetto esteriore e, di conseguenza, l’autostima e il modo in cui vengono percepite dagli altri. Il concetto di esprimere il proprio status sociale attraverso l’abbigliamento e gli accessori ha radici antiche, ma la figura professionale che se ne occupa ha iniziato a prendere forma in modo organizzato e riconosciuto nel XX secolo.
Vediamo come già nell’antichità le scelte relative alla propria immagine e agli indumenti giocassero un ruolo fondamentale:
L’importanza dell’immagine: origini antiche
Già a partire dalle antiche civiltà l'abbigliamento e gli accessori erano utilizzati per indicare lo status sociale, la professione e le credenze religiose. Gli Egizi, ad esempio, utilizzavano gioielli elaborati e cosmetici per migliorare il loro aspetto e comunicare il loro ruolo nella società.
Non si trattava semplicemente di una questione di moda, ma di un mezzo per comunicare il ruolo sociale, la posizione religiosa e il potere. Ogni elemento dell'abbigliamento aveva un significato specifico e contribuiva a definire l'identità e lo status di chi lo indossava. Questa attenzione all'immagine personale era profondamente radicata nelle credenze religiose e culturali degli Egizi, rendendo l'abbigliamento un aspetto cruciale della loro vita quotidiana e spirituale.
Abbigliamento e ruoli sociali
L'Immagine personale era strettamente correlata al ruolo sociale che si ricopriva:
Il faraone era considerato una divinità in terra, il mediatore tra gli dei e il popolo. Questo ruolo si rifletteva nel suo abbigliamento e nei suoi accessori, che dovevano simboleggiare il suo potere divino e la sua autorità suprema. I faraoni indossavano tuniche e mantelli di lino finissimo, spesso decorati con oro e pietre preziose. I copricapi avevano un’importanza fondamentale. Il più iconico era il nemes, un copricapo a righe, spesso accompagnato dalla corona doppia (pschent) che rappresentava l'unificazione dell'Alto e Basso Egitto. L’ureo, un serpente di metallo prezioso, era posto sulla fronte come simbolo di protezione divina.
Anche l’attenzione per gioielli e monili era particolare: le collane wesekh erano riccamente decorate, inoltre braccialetti, anelli e cinturoni erano comuni, simboli di potere e ricchezza.
Sacerdoti, nobili e funzionari. I sacerdoti svolgevano un ruolo cruciale nei rituali religiosi e nella manutenzione dei templi. Il loro abbigliamento rifletteva la loro funzione sacra e il bisogno di purezza rituale.
Indossavano tuniche di lino bianco, simbolo di purezza. Il lino era spesso di qualità superiore e perfettamente pulito. Le collane e i bracciali con simboli religiosi, come l'ankh (simbolo della vita) o il djed (simbolo di stabilità), erano molto comuni.
I nobili e gli alti funzionari indossavano abiti che riflettevano il loro status elevato e la loro vicinanza al faraone. Particolarmente diffusi erano i gonnellini pieghettati shendyt e le tuniche di lino fine, spesso colorate o decorate con bordi ricamati.
Artigiani e mercanti. Gli artigiani e i mercanti avevano accesso a tessuti di buona qualità, ma i loro abiti erano più semplici rispetto a quelli dei nobili. Gli abiti erano per lo più funzionali, quindi essenzialmente gonnellini e tuniche pratiche, spesso di lino grezzo. I gioielli erano estremamente semplici, piccoli amuleti e bracciali meno elaborati.
Contadini e lavoratori. I contadini e i lavoratori indossavano abiti molto semplici e funzionali, adatti al lavoro fisico. Il Loincloth era un semplice perizoma di lino, spesso abbinato a tuniche lunghe e senza ornamenti, realizzate con tessuti grezzi.
Simbolismo e credenze
I colori e i materiali erano scelti sulla base del significato ad essi attribuito. In particolare, il bianco era simbolo di purezza, sacralità e vita eterna; l’oro di eternità e potere divino; il blu e il verde riconducibili a vita e rigenerazione.
Anche i simboli e gli amuleti erano collegati a determinati valori e benefici. L’ Ankh, per esempio, era il simbolo della vita eterna, e veniva indossato come amuleto. L’Occhio di Horus garantiva protezione e guarigione, mentre il famoso Scarabèo era simbolo di rinascita e nuova vita.
L’immagine delle donne
Le donne, in particolare quelle di alto rango, avevano un ruolo significativo nella società egizia e questo si rifletteva nel loro abbigliamento e nei loro accessori. Indossavano per lo più abiti eleganti, tuniche aderenti e mantelli trasparenti, spesso decorati. Impreziosivano il loro outfit con gioielli raffinati, collane, orecchini, bracciali e diademi. Era diffuso l’utilizzo di cosmetici come il kohl per gli occhi e l'henna per le unghie, comune tra le donne di tutte le classi sociali.
Il Rinascimento e l’età moderna
Durante il Rinascimento l'abbigliamento divenne una forma d'arte e di espressione personale. La moda cominciò a cambiare rapidamente e i nobili iniziarono a ricorrere a stilisti e artisti per creare abiti che esprimessero la loro ricchezza e il loro potere. L'attenzione all'immagine era già evidente, ma non era ancora un servizio professionale accessibile a tutti.
Abiti e accessori rispecchiavano non solo il gusto e la creatività individuale, ma anche lo status sociale, il potere politico e le credenze culturali. Questo periodo, caratterizzato da un rinnovato interesse per l'arte, la scienza e la cultura classica, vide una trasformazione radicale nel modo in cui le persone si vestivano e utilizzavano gli abiti per esprimere la propria identità.
Caratteristiche dell'abbigliamento rinascimentale
Materiali e tessuti
Tessuti di lusso: durante il Rinascimento, i tessuti utilizzati per l'abbigliamento riflettevano la ricchezza e il prestigio del portatore. Seta, velluto, broccato e damasco erano tra i materiali più pregiati, spesso importati da regioni lontane come l'Asia.
Colori vivaci: la scoperta di nuove tecniche di tintura e l'accesso a coloranti esotici permisero la produzione di abiti in colori vivaci e intensi. Il rosso, il blu, il verde e il giallo erano particolarmente popolari tra le classi elevate.
Abbigliamento maschile
Camicie e giubbe: gli uomini indossavano camicie di lino sotto giubbe attillate, spesso decorate con ricami e passamanerie.
Calzoni e Calze: i calzoni potevano essere corti o lunghi, mentre le calze, spesso colorate, erano tenute in posizione da giarrettiere.
Mantelli e cappe: i mantelli erano indossati per indicare prestigio e potevano essere foderati di pelliccia per maggiore sfarzo.
Abbigliamento femminile
Gonne e corpetti: le donne indossavano gonne lunghe e ampie con corpetti stretti che esaltavano la figura. I corpetti potevano essere decorati con perle, ricami e pizzi.
Vestiti a strati: L'abbigliamento femminile spesso consisteva in vari strati, con una camicia intima, una gonna, un sottogonna e un vestito sopra.
Cappelli e Copricapi: Le donne nobili portavano cappelli elaborati, veli e copricapi decorati con gioielli.
L'Abbigliamento come simbolo di status sociale
Nobiltà e ricchi borghesi
Esibizione di ricchezza: Gli abiti erano un modo per mostrare la ricchezza e il potere. I nobili e i ricchi borghesi indossavano abiti elaborati fatti con i migliori tessuti e decorati con gioielli.
Leggi Suntuarie: Per mantenere il divario tra classi sociali, molte città italiane emanavano leggi suntuarie che regolavano l'uso di determinati materiali e colori, riservandoli alle classi elevate.
Artigiani e mercanti
Abiti pratici ma eleganti: Gli artigiani e i mercanti, sebbene non potessero permettersi il lusso dei nobili, indossavano abiti di buona qualità che riflettevano il loro successo economico. Spesso utilizzavano tessuti resistenti ma decorati con discrezione.
Contadini e lavoratori
Funzionalità: I contadini e i lavoratori indossavano abiti semplici e pratici, fatti di lana e lino, adatti al lavoro fisico quotidiano. I loro abiti erano meno colorati e decorati.
Influenza dell'arte e della cultura
Il fiorire di arte e cultura che caratterizzò tutto il periodo rinascimentale ebbe certamente un’influenza notevole anche sull’abbigliamento e sull’immagine in generale.
Ritratti di famiglia: La pratica di commissionare ritratti di famiglia divenne comune tra le classi elevate. Questi ritratti non solo immortalavano i membri della famiglia, ma mostravano anche la loro ricchezza e il loro stile attraverso l'abbigliamento.
Influenza degli artisti: Artisti come Leonardo da Vinci, Botticelli e Raffaello influenzarono la moda con i loro dipinti. I dettagli degli abiti raffigurati nei loro lavori erano spesso imitati dalle persone desiderose di seguire le tendenze.
Trattati sulla moda: Scrittori e filosofi del Rinascimento, come Baldassare Castiglione nel suo "Il Cortegiano", discussero l'importanza dell'abbigliamento come espressione del buon gusto e della moralità.
Evoluzione del gusto: La moda divenne un argomento di discussione nei circoli intellettuali, con un'attenzione particolare alla proporzione, all'armonia e alla bellezza, principi derivati dall'arte classica.
Il XX Secolo: la consulenza d’immagine diventa una professione
Negli anni '50 e '60, con l'emergere delle icone di stile di Hollywood e l'influenza dei mass media, l'importanza dell'immagine personale divenne sempre più evidente. Fu in questo periodo che la consulenza d'immagine iniziò a svilupparsi come professione vera e propria. Pionieri come Edith Head, celebre costumista di Hollywood, e Suzanne Caygill, che sviluppò il sistema di analisi del colore Caygill, furono fondamentali nella creazione delle basi teoriche della consulenza d'immagine così come viene concepita ai giorni nostri.
Dagli Anni '80 a oggi
Negli anni '80 la consulenza d'immagine si diffuse ulteriormente grazie a figure come John T. Molloy, autore di "Dress for Success", che introdusse concetti di immagine professionale e descrisse come l'abbigliamento potesse influenzare il successo lavorativo. Durante questi anni, iniziò anche a emergere il concetto di armocromia, ovvero l'analisi dei colori personali, che si basa sul principio che determinati colori possono esaltare o sminuire l'aspetto di una persona.
La consulenza d'immagine nel XXI secolo
Oggi, la consulenza d'immagine è una professione ben strutturata che integra vari aspetti come l'armocromia, la body shape, l'iconestesia, il personal shopping e lo styling personale. I consulenti d'immagine lavorano non solo con individui, ma anche con aziende, politici e celebrità per aiutare a creare un'immagine coerente e positiva sulla base dei contesti e degli eventi in cui le persone interagiscono.
I progressi tecnologici hanno giocato un ruolo fondamentale nello sviluppo di questa professione, con software di analisi del colore e piattaforme online che permettono consulenze a distanza. Inoltre, la crescente attenzione verso la sostenibilità ha portato i consulenti a promuovere un approccio più consapevole e responsabile alla moda, enfatizzando l'importanza di un guardaroba versatile e duraturo.
Il futuro della consulenza d'immagine
Guardando al futuro, la consulenza d'immagine continuerà a evolversi, incorporando nuove tecnologie come l'intelligenza artificiale e la realtà aumentata per offrire esperienze sempre più personalizzate e immersive. La crescente diversità culturale e la fluidità di genere influenzeranno anche l'approccio dei consulenti, rendendo il servizio ancora più inclusivo e adattabile alle esigenze individuali.